fino al 30 maggio
mercoledì – venerdì: 15.00 – 20.00
sabato e domenica, festivi e prefestivi: 10.00 - 13.00/15.00 - 20.00
lunedì e martedì chiuso
dal 1 giugno
martedì – domenica, festivi e prefestivi: 17.00 – 23.00 (Salvo diverse disposizioni per la prevenzione dal contagio da covid-19)
lunedì chiuso
Biglietto € 8.00 - (cittadini di età superiore ai 25 anni)
Da anni il Comune di Senigallia attraverso esposizioni temporanee e permanenti vuole affermare il suo ruolo di Città della Fotografia e questa primavera dedica una mostra antologica a Giuseppe Cavalli, che proprio a Senigallia visse per oltre vent’anni, e al gemello Emanuele, noto ai più come pittore, ma anche fotografo di grande qualità. Per la prima volta le immagini fotografiche dei fratelli Cavalli sono esposte nello stesso contesto.
La mostra presenta una sessantina di opere fotografiche di Giuseppe e una quindicina di Emanuele. La scelta di foto è in parte inedita: si tratta, infatti, di materiali provenienti dall’Archivio Giuseppe Cavalli, prima con sede a Roma e oggi a Lucera, ed è una piccola antologica in cui ci sono nudi, nature morte, paesaggi e ritratti perfettamente in sintonia tra loro. Sono questi i temi maggiormente affrontati da Cavalli, fotografie che si contraddistinguono per l’essenzialità, non ci sono orpelli, ogni dettaglio è studiato e l’attenzione è nei confronti della composizione e della spazialità.
“Il soggetto costante di Cavalli è la luce o per meglio dire, la luminosità per se stessa” – afferma Angela Madesani, curatrice della mostra - “I suoi lavori e queste 50 immagini in mostra ne sono evidente testimonianza, parlano dell’esistenza in senso ampio. Sono immagini di lentezza, che meritano lunghi, dilatati tempi di osservazione. Non esistono regole di comprensione del suo lavoro, è meglio limitarsi a guardare per cercare di entrare nella profondità del mondo cavalliano, un mondo colmo di senso, che tutto è tranne che estetizzante”.
Anche le immagini di Emanuele Cavalli sono per lo più inedite, a parte alcune di esse proposte nel 1993. La mostra rappresenta un’occasione unica per conoscere questa parte della produzione di Emanuele Cavalli.
Al centro del suo interesse, in pittura come in fotografia, è sempre la forma, che egli stesso diceva di perseguire nella sua precisione assoluta, senza le variabili della luce e del colore. Nelle sue opere si notano le influenze che ebbero la fotografia americana degli anni Trenta, il rigore del Bauhaus e la pittura Cézanne.